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La storia dell’enigmistica

Antichità
L’arte di comporre enigmi e usare parole per esprimerne altre è da sempre parte del patrimonio culturale dell’umanità: basti pensare agli oracoli che erano composti per poter significare una cosa e il suo contrario e consentire a re, sacerdoti e potenti l’interpretazione più conveniente a seconda delle circostanze. 

Anche se non era considerato un vero e proprio gioco, il primo enigma della storia è stato l’indovinello: fra i più antichi ci sono quelli che si trovano nel Corano e nella Bibbia, per esempio quello proposto da Sansone ai filistei, mentre il più famoso è sicuramente il celebre enigma della Sfinge. Il mostro, in forma di leonessa alata con il volto di donna e una coda di serpente, alle porte di Tebe, proponeva ai passanti un enigma: chi non riusciva a rispondere esattamente veniva divorato. Solo Edipo riuscì a risolverlo, diventando così il re della città. Mettiti alla prova con un indovinello antico:
Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede? (La Sfinge a Edipo) Scopri la risposta
Noi ti diamo sempre le soluzioni! La risposta è... L'uomo
79 d.C.
Il quadrato del Sator è una iscrizione latina, composta da 5 parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Le parole inscritte nel quadrato si possono leggere in orizzontale e verticale e messe vicine formano una frase palindroma (una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa). Invertendo l’ordine delle parole si arriva a moltissimi significati diversi e questo ha contribuito a rendere celebre questo quadrato "magico".

Il problema più grande nasce dalla parola AREPO che non esiste nel vocabolario latino e alla quale si è tentato di dare diversi significati: se AREPO si dovesse interpretare come un derivato dal celtico Arepos (un tipo di carro), in latino Arepus, allora la frase significherebbe “il seminatore, sul carro, tiene con cura le ruote”. Se invece fosse un nome di persona (che però non si ritrova in nessuna altra fonte) allora la frase significherebbe più o meno “il seminatore Arepo tiene in opera le ruote”. Uno dei più antichi e dei più celebri fra i quadrati del Sator è stato ritrovato negli scavi di Pompei, e risale a prima dell'eruzione del 79 d.C.
MEDIOEVO
Anche nel Medioevo la passione per i giochi e gli enigmi continua a essere coltivata: i Joca Monachorum sono dei testi scritti in forma di brevi domande e risposte su argomenti e curiosità sulla Bibbia. Questi testi furono creati per stimolare la riflessione e la meditazione ma sono scritti in una forma piuttosto giocosa (considerando l’argomento alquanto serio!). All’VIII-IX secolo risale uno dei più antichi testi che testimoniano la nascita della lingua italiana, l’Indovinello veronese.

L’indovinello fu compilato da un ignoto scrivano veronese a margine di un codice liturgico in pergamena redatto in latino. Il testo, probabilmente scritto per concedersi un momento si svago, illustra l'atto dello scrivere da parte dell’amanuense, con lo strumento che si usava all’epoca, la penna d’oca. Ecco il testo in latino: «Se boves pareba Alba pratalia araba Et albo versorio teneba Et negro semen seminaba.» Se non conoscete il latino, provate a risolvere la versione in italiano! Indovinello Veronese:
"Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati, e aveva un bianco aratro, e un nero seme seminava." Scopri la risposta
Noi ti diamo sempre le soluzioni! La risposta è... "Le dita della mano, Le pagine bianche di un libro, La penna d'oca, l'inchiostro"
XV
secolo
Nel corso della sua vita (1452-1519) il geniale Leonardo Da Vinci si dilettò a inventare indovinelli, sciarade, frasi in codice, anagrammi e rebus. Tutti questi giochi sono giunti a noi sparsi fra i suoi numerosi manoscritti. I più numerosi sono i rebus: ne compose ben 171. E poiché Leonardo scriveva da destra a sinistra i suoi rebus sono ancora più difficili da risolvere perché vanno letti al contrario… dei veri e propri rompicapo! Risolvi l'indovinello di Leonardo:
«E que’ che si imboccheranno per l’altrui mani fia lor tolto il cibo di bocca.» Scopri la risposta
Noi ti diamo sempre le soluzioni! La risposta è... Il Forno
XVI
secolo
Iniziano i secoli d’oro per gli enigmi e i giochi di parole che diventano molto popolari fra letterati e poeti di corte. 

1538: il maniscalco senese Angelo Cenni, che si faceva chiamare il Resoluto, pubblicò la prima raccolta di enigmi in lingua italiana, Sonetti giocosi da interpretare, sopra diverse cose, comunemente note

1550: Gian Francesco Straparola (probabilmente il nome è uno pseudonimo) pubblicò una raccolta di novelle, Le piacevoli notti, ciascuna delle quali si concludeva con un enigma o un divertente indovinello da sciogliere.
XVII
secolo
1610: quando Galileo Galilei con il suo cannocchiale avvistò quelli che lui pensava fossero dei satelliti di Saturno, comunicò la notizia a Giuliano de’ Medici con una incomprensibile sequenza di trentasette lettere, anagramma della frase che annunciava la scoperta. In questo secolo l’uso di codici cifrati era molto diffuso sia per mantenere la segretezza delle scoperte sia per salvaguardarne la paternità e Galileo comunicò quasi tutte le sue importanti scoperte in questo modo.

1637: venne pubblicata La Sfinge, enimmi, opera del toscano Antonio Malatesti, con una serie di sonetti enigmatici la cui soluzione è svelata in una sezione dell’opera chiamata l’Edipo. Anagramma di Galileo:

“smaismrmilmepoetaleumibunenugttaurias”

Scopri la soluzione
Risposta "Altissimum planetam tergeminum observavi” Traduzione :“ho visto il pianeta più alto formato da tre corpi”
XVIII
secolo
1760: Leone Santucci, canonico lucchese, sotto lo pseudonimo di Caton l'Uticense, (come avrete notato nell’anagramma del nome c’è una T di troppo: un’aggiunta per rendersi ancora più irriconoscibile?) pubblicò Enimmi, un’opera con 142 enigmi in cui compare per la prima volta la dilogia, il fondamento dei giochi in versi.

A una stessa parola vengono assegnati due significati diversi, uno poetico e l’altro la soluzione dell’enigma: il testo che sembra riferirsi a un soggetto (il soggetto apparente) descrive invece una cosa totalmente diversa (il soggetto reale, che è la soluzione del gioco).
XIX
secolo
In questo secolo si diffuse la sciarada, nata in Francia nella seconda metà del secolo precedente. Le sciarade divennero così di moda da diventare un gioco da fare in compagnia: le serate in società erano animate da sciarade viventi da mimare e indovinare.

1816: Enegildo Frediani pubblicò Sciarade, Logogrifi e Fredianesche, in cui inventò un nuovo gioco che però non ebbe successo perché non venne spiegato bene. Qualche decennio più tardi, seguendo lo stesso principio, Victor Hugo propose le "charades à tiroirs" (le sciarade a cassetti). In questo secolo l’enigmistica passò da essere raccontata a essere vista, con i giochi trascritti su giornali e riviste.
In Italia nacquero le prime riviste interamente dedicate all’enigmistica: L’Aguzza-Ingegno (Milano), La Ricreazione (Firenze) e La Gara degli indovini (Torino) che arrivò a stampare oltre 10.000 copie. In primo piano tra gli autori di giochi ci fu Sebastiano Marchi, il primo ad assumere un’identità fasulla con lo pseudonimo di Mortadella, inventore della sciarada a pompa (oggi conosciuta come sciarada a frase).

1877: apparvero le prime crittografie a firma di Vespino del Balzo (Pio Alberto Visoni di professione avvocato).

14 settembre 1890: apparve il primo schema di parole incrociate ne Il Secolo Illustrato della Domenica. L’ideatore era Giuseppe Airoldi che pubblicò il suo schema costituito di sole caselle bianche con lo pseudonimo Inno Minato di Monza. Il gioco consisteva in una griglia di dimensioni 4x4 e ogni riga e colonna avevano una propria definizione. Airoldi non è tuttavia considerato l'ideatore delle parole crociate, perché nel suo schema mancavano le caselle nere.
XX
secolo
1901: il termine enimmistica si impose al grande pubblico italiano grazie a Demetrio Tolosani, famoso antiquario toscano (pseudonimo da enigmista: Bajardo). Nel suo manuale Enimmistica l’enigmistica venne definita come “l’arte che si occupa, in qualsiasi modo, dei giochi enimmatici”.

21 dicembre 1913: sul New York World Arthur Wynne pubblicò il primo schema di "word-cross puzzle", di forma romboidale e senza caselle nere. Inizialmente il gioco (in italiano cruciverba) era stato chiamato "word-cross"; il suo nome fu cambiato in "crossword" a causa di un refuso tipografico. A causa di alcune difficoltà di stampa, dopo pochi mesi dal debutto del cruciverba, il giornale decise di non pubblicarlo più; la redazione fu costretta a cambiare idea viste le numerose proteste del pubblico, e il cruciverba divenne così una rubrica fissa.
IN ITALIA
Anni '20: il cruciverba (arrivato in Italia nel 1925) diventò subito un gioco molto apprezzato. Il suo successo segnò un punto cruciale nella storia dell’enigmistica, che da questo momento si divise in due filoni: l’"enigmistica popolare", che comprendeva cruciverba, crittografati, autodefiniti e puzzle e l’"enigmistica classica", che comprendeva rebus e giochi di parole in versi. (Enigmistica IN ovviamente comprende entrambe le tipologie: noi amiamo tutta l’enigmistica!)

Anni ’50-’70: a noi italiani piace così tanto allenare la mente giocando che solo nel Bel paese si usa un termine specifico per l’enigmistica. (Nelle altre lingue spesso non esiste una sola parola per denominarla o si usano termini generici). In questi anni vennero introdotte nei giochi italiani le lettere j k w x y, insieme a neologismi, parole e nomi propri in lingua straniera.
OGGI
1984: in Giappone si diffuse il sudoku. Il nome è composto da due ideogrammi: "su" significa "numero" e "doku" significa "singolo", "unico".

1987: nel mese di luglio Enigmistica IN esce in edicola per la prima volta.

2016: Enigmistica IN è online! Dopo le edicole la leggenda dell’enigmistica finalmente conquista anche lo spazio digitale!
Noi di Enigmistica IN offriamo con passione
una gamma di giochi sempre nuovi
per soddisfare i gusti di tutti i giocatori!
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